Gelsomina Verde  (Recensione di Catello Masullo)

Gelsomina Verde  (Recensione di Catello Masullo)

(sinossi e credits da cinemtogafo.it)

ITALIA – 2019

Sinossi: Dedicato alla memoria della ragazza napoletana torturata, uccisa e poi bruciata dalla camorra nel 2004.Storia raccontata attraverso la rappresentazione teatrale della vita e morte di Gelsomina Verde, che lavorava in pelletteria e che, per aver frequentato brevemente un giovane camorrista, venne torturata, uccisa e messa al rogo all’età di 22 anni.

  • Regia: 

Massimiliano Pacifico

  • Attori: 

Maddalena Stornaiolo

– Gelsomina,

Pietro Casella

,

Giuseppe D’Ambrosio

,

Davide Iodice

,

Margherita Laterza

,

Francesco Verde

,

Francesco Lattarulo

  • Durata: 78′
  • Colore: C
  • Genere: DRAMMATICO
  • Specifiche tecniche: DCP
  • Produzione: CESARE APOLITO PER LAMA FILM, BARTLEBY FILM; IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

NOTE

– PRODUTTORI CREATIVI: GIANLUCA ARCOPINTO, DANIELE GAGLIANONE.

 

Recensione di Catello Masullo : Ci vorrebbeo più produttori come Gianluca Arcopinto. Coraggiosi, amanti del buon cinema indipendente. Con occhio più alla qualità cinematografica che alla capacità di fare incassi. È stato grazie alla sua perseveranza ed ostinazione che questa idea, nata nel 213, dopo una lunghissima gestazione, arriva finalmente sul grande schermo. Ed era necessario, indispensabile ci arrivasse. Una storia vera. Durissima, straziante, agghiacciante. Che ci fa pensare, con il suo monito. Messa in scena con un geniale espediente da metacinema. Mediante la costruzione di un classico laboratorio teatrale. Con una doppia regia, Massimiliano Pacifico dietro la macchina da presa e Davide Iodice davanti alla macchina, da vero regista teatrale e conduttore di laboratori quale è. Film di grande potenza. Che arriva come un cazzotto nello stomaco. Di raffinata e virtuosa fattura (si veda la mia domanda, qui sotto). Da non perdere.

Curiosità: ho chiesto al regista: ”vorrei sapere qualcosa sulla scelta di azzerare l’audio delle scene di repertorio in bianco e nero che sono fortissime e la loro forza è aumentata proprio per l’assenza di audio. Audio che viene azzerato anche quando compare sullo schermo la frase, bellissima: “Il cadavere sembrava uno di quelli trovati sotto la cenere del Vesuvio. C’era un silenzio irreale. Le persone attorno all’auto, i vigili del fuoco, i poliziotti, i camion, le macchine, niente faceva rumore. Nessuno osava parlare. Anche i respiri avevano paura di rompere la queste”. A proposito, chi ha scritto questa frase, che mi sembra degna di nota? 

Queste le risposte incrociate del regista e del produttore.

Massimiliano Pacifico: “la frase l’ha scritta Gianluca Arcopinto, credo sia bene che lo dica lui. Era un elemento documentaristico che abbiamo voluto mantenere nel film. “

Gianluca Arcopinto (produttore creativo): “non ho niente da dire. Quelle didascalie le ho scritte io”.

Massimiliano Pacifico: “è un modo creativo di apporto di Gianluca.”

Arcopinto: “ma tutti sanno che questo film esiste solo grazie a me…”

Massimiliano Pacifico: “per il suono non c’è stata riflessione a tavolino. Concentrazione e sospensione. Le immagini parlano da sé. Sembrano immagini di un’altra era, sono di un operatore amatoriale che aveva ripreso il funerale. Le immagini nascono senza audio. Le abbiamo volute mantenere con questa carica suggestiva. Il funerale abbiamo ritenuto importante raccontarlo. L’attore che interpretava lo stato partiva assopito. Lo stato dormiva, latitava. Fu negato il funerale a Gelsomina. Una legge prevede che se muore una persona legata ad un clan viene vietato il funerale pubblico. Francesco- il fratello di Gelsomina, ndr.-  ha dovuto lottare per ottenere quel funerale. Ci fu un ritardo di 7 – 8 giorni. Con il passaparola ci fu una grande partecipazione popolare. Volevamo offrire uno sguardo su quel momento”.

 Valutazione Sintetica: 7.5