Rifkin’s Festival (Recensione di Catello Masullo)

Rifkin’s Festival (Recensione di Catello Masullo)

(sinossi e credits da cinematografo.it)

USA, SPAGNA, ITALIA – 2020

Sinossi : Mort Rifkin è sposato con Sue, ufficio stampa di cinema. Il loro viaggio al Festival del Cinema di San Sebastian, in Spagna, è turbato dal sospetto che il rapporto di Sue con il giovane regista suo cliente, Philippe, oltrepassi la sfera professionale. Il viaggio è però per Mort anche un’occasione per superare il blocco che gli impedisce di scrivere il suo primo romanzo. Ossessionato dai grandi classici del cinema diretti da famosi registi come Bergman, Fellini, Godard, Truffaut e Buñuel, Mort è infastidito dagli elogi per il “banale” film di Philippe. I suoi sprezzanti giudizi, in totale contrasto con l’ammirazione che Sue ha per il regista, mettono a dura prova una relazione già fragile. L’umore di Mort migliora sensibilmente quando incontra la dottoressa Jo Rojas, uno spirito affine che vive una situazione matrimoniale burrascosa con il marito Paco, pittore dal temperamento impetuoso. Così, mentre Sue trascorre le giornate con Philippe, il rapporto tra Mort e Jo si fa sempre più profondo e il suo amore per i classici del cinema si ravviva ulteriormente. Osservando la propria vita attraverso il prisma di quei capolavori cinematografici, Mort scopre una rinnovata speranza per il futuro.

  • Regia: 

Woody Allen

  • Attori: 

Wallace Shawn

– Mort Rifkin,

Gina Gershon

– Sue,

Louis Garrel

– Philippe,

Elena Anaya

– Jo Rojas,

Sergi López

– Paco,

Christoph Waltz

– Death,

Steve Guttenberg

– Jake

  • Durata: 92′
  • Colore: C
  • Genere: COMMEDIA
  • Specifiche tecniche: DCP
  • Produzione: HELEN ROBIN, LETTY ARONSON, ERIKA ARONSON, JAUME ROURES PER THE MEDIAPRO STUDIO, GRAVIER PRODUCTIONS, WILDSIDE
  • Distribuzione: VISION DISTRIBUTION (2021)
  • Data uscita 6 Maggio 2021

NOTE

– PRODUTTORI ESECUTIVI: MARIO GIANANI, LORENZO MIELI, LORENZO GANGAROSSA, JAVIER MÉNDEZ, ADAM B. STERN.

– USCITA PREVISTA 5 NOVEMBRE (2020) SOSPESA PER CHIUSURE CINEMA CAUSA COVID.

GRAN BRETAGNA – 2020

 

 Recensione di Catello Masullo: Sedersi su una poltrona in una sala cinematografica buia a vedere un film di Woody Allen ti mette subito a tuo agio. Con i titoli di testa scritti in bianco su schermo nero, con caratteri grandi e ben leggibili (che sollievo!) e le ritmate sonorità jazz/swing che ti avvolgono e ti fanno già assaporare tutta la intelligenza, la cultura, la ironia sublime ed inimitabile a cui ci ha abituati e viziati. Il filmaker più regolare e prolifico quanto a film di sempre elevatissima qualità non si smentisce. “Rifkin’s Festival” è un film delizioso. Colto, spassoso, brillante, coinvolgente, divertente, affascinante, di inarrivabile bellezza. Un Woody Allen “touch” doc. Con qualche sorpresa. È il suo film più onirico. Mette in bocca alla sua protagonista, Gina Gershon, rivolta all’alter ego del regista, Wallace Shawn, questa frase : “Sai come si dice, i film sono sogni in celluloide”.  D’altra Parte Allen aveva dichiarato di essersi direttamente ispirato a “Lo sceicco Bianco” di Fellini per il suo “La Rosa Purpurea del Cairo”, talmente da sentirsi in debito per i diritti d’autore. Risarcisce il Grande Genio del cinema onirico con uno sperticato omaggio. A modo suo. Con un continuo passaggio dai toni caldi del mago della luce Vittorio Storaro, ancora una volta al suo servizio, agli eleganti e pettinati bianchi e neri dei sogni del protagonista. Ed ogni sogno è un diegetico omaggio ai grandi autori del passato, soprattutto europei. Oltre che al Fellini delle terme di “8 e mezzo”, al Bunuel de “L’Angelo Sterminatore”, all’Orson Welles di “Quarto Potere”, al Truffaut di “Jules et Jim”, al Godard di “Fino all’ultimo respiro”, al Claude Lelouch di “Un Uomo e una donna”, al Bergman di “Persona”, facendo parlare i suoi protagonisti in svedese, e, forse il più spassoso, allo stesso Bergman de “Il Settimo Sigillo”, con l’ineffabile ed irresistibile Christoph Waltz nei panni della morte, con tanto di scacchiera personale al seguito…

Da non perdere, e da far vedere nelle scuole di cinema, per il gusto supremo di analizzare fotogramma per fotogramma.  

Valutazione Sintetica: 8