Come un gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto (Recensione di Catello Masullo)

Come un gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto (Recensione di Catello Masullo)

(credits e sinossi da cinemtografo.it e dal Pressbook del film)

ITALIA – 2021

Sinossi: Monica e Giovanni sono tornati. Sono passati tre anni dalla fine della loro storia d’amore che, come si erano predetti sulla panchina di Piazza Cavour, è durata poco, anzi pochissimo, proprio come un gatto in tangenziale.

  • Regia: 

Riccardo Milani

  • Attori: 
  • MONICA PAOLA CORTELLESI
  • GIOVANNI ANTONIO ALBANESE
  • LUCE SONIA BERGAMASCO
  • SERGIO CLAUDIO AMENDOLA
  • DON DAVIDE LUCA ARGENTERO
  • CAMILLA SARAH FELBERBAUM
  • GIULIO LUCA ANGELETTI
  • AGNESE ALICE MASELLI
  • ALESSIO SIMONE DE BIANCHI
  • PAMELA          ALESSANDRA GIUDICESSA
  • SUE ELLEN VALENTINA GIUDICESSA
  • SUOR MARIA CATENA   BEATRICE SCHIROS
  • SUOR FORCHETTA             ANGELA PAGANO
  • DON VINCENZO   MARIANO RIGILLO
  • FRANCA LEOSINI   FRANCA LEOSINI
  • Sceneggiatura: Furio AndreottiGiulia CalendaPaola CortellesiRiccardo Milani
  • Fotografia: Saverio Guarna
  • Montaggio: Patrizia CeresaniFrancesco Renda
  • Scenografia: Maurizia Narducci
  • Costumi: Alberto Moretti
  • Colore:C
  • Genere:COMMEDIA
  • Produzione:MARIO GIANANI CON LORENZO GANGAROSSA PER WILDSIDE, PARTE DEL GRUPPO FREMANTLE, E VISION DISTRIBUTION, IN COLLABORAZIONE CON SKY CINEMA
  • Distribuzione:VISION DISTRIBUTION
  • Data uscita26 Agosto 2021

 

Recensione di Catello Masullo: Riccardo Milani riesce a dimostrare ancora una volta una verità non banale e non da tutti accettata, e cioè che è possibile fare cinema d’autore facendo cinema popolare. Aveva cominciato come aiuto regista di Mario Monicelli, Daniele Luchetti, Florestano Vancini e Nanni Moretti. Dopo una sostanziosa parentesi, dal 1995 al 2001, dedicata alla pubblicità, che gli permette di vincere il Leone di bronzo al Festival di Cannes per la categoria, esordisce nel lungometraggio nel 1997 con ‘Auguri professore’ e due anni più tardi dirige ‘La guerra degli Antò’. Seguono ‘Il posto dell’anima’, e nel 2006 ‘Piano, solo’. Il grande successo di pubblico arriva negli ultimi anni: 2013 – ‘Benvenuto Presidente!’, 2014 – ‘Scusate se esisto!’ , 2017 – ‘Mamma o papà?’. Gli ultimi due con protagonista Paola Cortellesi, sua moglie nella vita reale. In ‘Mamma o Papà?’ la Cortellesi aveva mostrato grande intesa artistica con Antonio Albanese. Naturale confermare una coppia così affiatata anche in ‘Come un gatto in Tangenziale’ del 2017, film sorprendente e riuscitissimo, commedia campione d’incassi e Biglietto d’Oro del 2018. Era quindi da attendersi un sequel. Ma non era scontato nell’ambito delle sempre attente scelte artistiche del binomio Milani-Cortellesi. Ed in effetti questo “Come un gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto”, pur confermando i temi, per nulla banali, del primo film, come la abissale distanza (come quella tra la teoria e la pratica) e mancanza di comunicazione tra la élite della classe dirigente e gli amministrati, ne introduce di nuovi e non meno significativi, come l’attenzione e la cura degli “ultimi”, i sacerdoti militanti, il valore assoluto della bellezza. Lo fa, ancora, con il tono della commedia di costume. Da sempre il mezzo più efficace per far raccontare a strati vasti di spettatori storie come queste. Che fanno certo ridere, e molto, ma fanno anche riflettere, e non poco. Milani mostra di aver ben assimilato la lezione dei maestri della grande commedia all’italiana. Dai quali eredita anche quel pizzico di “cattiveria” che è ingrediente supremo ed indispensabile per la riuscita di una satira di costume. Un miracolo di equilibrio tragicomico, mai sguaiato, deliziosamente sopra le righe. Con pregevoli virtuosismi linguistici, come il montaggio alternato dei rispettivi incubi di Cortellesi ed Albanese.  Con almeno un paio di scene da antologia, la “morte” bergmaniana che sostituisce ai celeberrimi scacchi le carte napoletane da scopone e La Cortellesi che sistema i libri nel centro culturale della parrocchia con criteri di comicità irresistibile… Promossi a pieni voti i protagonisti Paola Cortellesi (confermata anche in veste di co-sceneggiatrice, con il portato della sua infanzia alla borgata romana di Massimina) ed Antonio Albanese, campioni assoluti del linguaggio del corpo. Ma un plauso generale va all’intero cast ed alla confezione, che ne fanno un film superlativo, ancora più divertente e completo del primo. Il cui successo durerà molto di più di “un gatto in tangenziale” (era la metafora della Cortellesi per indicare la prevedibile durata effimera dell’amore tra suo figlio e la figlia di Albanese, ndr.) e ci aspettiamo quindi la (immancabile) terza puntata, in cui ci sembra inevitabile una “storia” tra Claudio Amendola e Sonia Bergamasco…

Curiosità, ho chiesto alle gemelle Giudicessa, con una allusione (un po’ impertinente, lo ammetto…) al fatto che nella vita reale dopo il primo film sono state effettivamente arrestate per la specialità che mettono in scena nei due film, il taccheggio: “come hanno cambiato le vostre vite questi due film che oramai vi hanno reso delle dive? E che rapporto c’è tra la vostra vita reale e i vostri ruoli?”. Hanno così risposto: “la nostra vita è cambiata, ce riconoscono pe’ strada, se fanno le foto, ma la vita reale non è cambiata, povere eravamo e povere semo rimaste. C’adottate? Esperienza fantastica!”. Ha chiosato il Regista Riccardo Milani: “quando stanno con noi fanno meno danni!”. Ed hanno concluso di nuovo le indomabili gemelle, con una battuta all’unisono: “si, così nun annamo poi a rubà!”.

 

Curiosità 2: Nel film si propone un omaggio sentito a “Dramma della Gelosia”, di Ettore Scola.

 

 

Frasi dal cinema: le t-shirt della Cortellesi: “Blah!”. “Formentera non esiste!”. “A’nvidiosi!”.

 

“E che è questo?

Uno scaldacuore.

E che ce famo? Tu c’hai ‘na 38, qui ce stanno ‘e senegalesi co’ a sesta, ce potemo fa na’ fascia pe’ i capelli!”. (Cortellesi e Bergamasco).

 

 

“113 – nun te temo” tatuaggi su stinco destro e sinistro di Claudio Amendola (inventato dallo stesso Amendola,ndr.).

 

“E’ che devo tornà a mezzanotte.

Come Cenerentola? Così se perdi la scarpetta ti posso venire a cercare.

Me trovi subito, c’ho er 41!”. (Cortellesi ed Albanese).

 

“Questo evento era pagato anche dalle nostre tasse. Le mie e le tue.

Le tue! Io nun l’ho mai pagate!”. (Albanese e Cortellesi).

 

“I numeri non calcolano quello che rende la vita degna di essere vissuta!

Kennedy!

No, se chiama Giovanni. È n’amico mio… c’ha er cervello che je fuma!”.

(Albanese, Steve della Casa e Cortellesi).

 

Curiosità, queste le battute che avevo annotato per il primo film, del 2017, e che spiegano bene il titolo:

 

“Dobbiamo fare in modo che la gente del mio paese non si debba più riferire alla politica come “tutto un magna magna”!”. (Antonio Albanese illustra le politiche del Governo italiano a Bruxelles).

 

“Lassate ogni speranza voi k’entrate”. (Scritta a caratteri cubitali su muro in cemento armato all’entrata del rione Bastogi).

 

“Ancora sta roba?

‘o sai che c’avemo lo shopping compulsivo.

Shopping significa anna’ a la cassa e paga’. Voi l’avete rubbata!”. (Paola Cortellesi ed una delle sorelle gemelle cleptomani Pamela e Sue Ellen (come le protagoniste di Dallas).

 

“Cioè te stai lì e pensi, e te pagheno? Vabbè!…”. (Paola Cortellesi ad Antonio Albanese).

 

“basta seguilli! Tanto sta storia dura come ‘n gatto in tangenziale!”. (Paola Cortellesi ad Antonio Albanese, riferita alla storiella d’amore tra suo figlio e la figlia di lui).

 

“Articolo non riconosciuto.

E ‘n litro de’ latte, fidate!”. (la voce elettronica del lettore magnetico del supermercato e Paola Cortellesi ).

 

“Aspetta.

Ma ce so i titoli de coda. Che se leggemo tutti i nomi? Chi i conosce, so’ armeni!”. (Antonio Albanese e Paola Cortellesi, alla fine del film armeno che Albanese porta la Cortellesi a vedere, e durante la proiezione del quale la Cortellesi dorme sempre).

 

“Damoje ‘n tajio” (tatuaggio sul collo del detenuto Claudio Amendola).

 

“3 km a piedi pe’ sta da soli. Poi parlate de contaminazione!”. (Paola Cortellesi ad Antonio Albanese, che l’ha trascinata ad una esclusiva spiaggia di Capalbio, deserta, l’opposto della affollatissima spiaggia di Coccia de’ morto, frequentata di solito dalla Cortellesi).

 

“Cioè, famme capì, tu raccogli i fiori e lui pensa? Sete propio ‘ndispensabili!”. (Claudio Amendola a Sonia Bergamasco e Antonio Albanese).

 

“Quello che volevo dire è che certe storie…. certe storie meritano di vivere più di un gatto in tangenziale… va beh, me so capito io!”. (Antonio Albanese illustra le politiche del Governo italiano a Bruxelles).

Valutazione Sintetica: 7.5/8