RAPITO (Recensione di Catello Masullo)

 

RAPITO (Recensione di Catello Masullo)

(sinossi e credits da cinematografo.it )

RAPITO

ITALIA, FRANCIA, GERMANIA 2023

Sinossi: Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

SCHEDA FILM

Regia: Marco Bellocchio

Attori: Enea Sala – Edgardo Mortara da bambino, Leonardo Maltese – Edgardo Mortara da ragazzo, Paolo Pierobon – Papa Pio IX, Fausto Russo Alesi – Momolo Mortara, Barbara Ronchi – Marianna Mortara, Filippo Timi – Cardinal Antonelli, Fabrizio Gifuni – Pier Gaetano Feletti, Samuele Teneggi – Riccardo Mortara, Paolo Calabresi – Sabatino Scazzocchio, Bruno Cariello – Maresciallo Lucidi, Andrea Gherpelli – Angelo Padovani, Corrado Invernizzi – Giudice Carboni, Fabrizio Contri – Avvocato Jussi, Aurora Camatti – Anna Morisi, Giustiniano Alpi – Avvocato Liberale, Renato Sarti – Rettore, Federica Fracassi – Signora anziana, Walter Lippa – Angelo Moscati

Sceneggiatura: Susanna NicchiarelliMarco BellocchioEdoardo AlbinatiDaniela Ceselli

Fotografia: Francesco Di Giacomo

Musiche: Fabio Massimo Capogrosso

Montaggio: Francesca Calvelli

Scenografia: Andrea Castorina

Costumi: Sergio BalloDaria Calvelli

Durata: 134

Colore: C

Genere: DRAMMATICO STORICO

Tratto da: liberamente ispirato a “Il caso Mortara” di Daniele Scalise (Mondadori)

Produzione: BEPPE CASCHETTO PER IBC MOVIE, SIMONE GATTONI PER KAVAC CON RAI CINEMA IN COPRODUZIONE CON AD VITAM PRODUCTION E THE MATCH FACTORY

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2023-05-25

TRAILER

NOTE

– REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA E IL SUPPORTO DELLA SUA FILM COMMISSION. – CONSULENZA STORICA DI PINA TOTARO. – COPRODOTTO DA ALEXANDRA HENOCHSBERG, PIERRE-FRANÇOIS PIET, GRÉGORY GAJOS, VIOLA FÜGEN, MICHAEL WEBER PER CANAL+, CINE’+, BAYERISCHER RUNDFUNK, ARTE FRANCE CINEMA, CON LA PARTECIPAZIONE DI ARTE, AD VITAM, IN ASSOCIAZIONE CON FILM-UN MEDIENSTIFTUNG NRW CON IL SUPPORTO DI REGION ILE-DE-FRANCE

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Marco Bellocchio, un mito del cinema, 53 film, 7 David, 9 Nastri d’argento, un Orso d’Oro a Berlino, un Leone d’Oro alla Carriera a Venezia, una Palma d’Oro d’onore a Cannes, non smette di stupire. Ad 83 anni compiuti (84 quest’anno) mostra una energia, una giovinezza di sguardo e di impeto artistico stupefacenti. Per la terza volta consecutiva selezionato dal prestigioso Festival di Cannes (dopo “Marx può aspettare” ed “Effetto Notte”) porta sul grande schermo e quindi alla conoscenza del grande pubblico una storia ai più sconosciuti, ma di grande importanza storica ed umana. Lo fa con una confezione superlativa. Un modo di raccontare avvincente, con una scrittura magistrale a 4 mani con Susanna Nicchiarelli. Una cura dei particolari di ricostruzione storica di grande classe, di Andrea Castorina. Una luce caravaggesca, con predominanza dei toni bluastri e cupi che raccontano il clima meglio di ogni altra descrizione, a cura di Francesco Di Giacomo. Musiche potenti, suggestive, da requiem, di Fabio Massimo Capogrosso. Montaggio esemplare, come sempre, di Francesca Calvelli, il cui sodalizio artistico e meta-artistico con Bellocchio l’ha portata a montare i suoi ultimi 16 film (mi sono chiesto quanto possa essere scomodo dormire nello stesso letto del tuo montatore, che nel pieno della notte ti rimprovera di non aver girato quel controcampo, essenziale per la fluidità del montaggio perfetto…).  Regia visionaria, con l’animazione dei disegni, incubi vivi (Bellocchio non ha un cinema onirico alla Fellini, preferisce i sogni lucidi, quelli suoi, ad occhi aperti, che sono con i piedi per terra e molto significativi). Attori in grandissimo spolvero, alle loro migliori interpretazioni di sempre. Una inarrivabile Barbara Ronchi, che recita con gli occhi, di rabbia, che si trasformano in occhi di disperazione. Un Paolo Pierobon gigantesco. Un Fausto Russo Alesi, al quinto film con Bellocchio, in una recitazione di sottrazione, fatta di dolore, ma mai di rassegnazione. Un impeccabile Leonardo Maltese, che ha nel destino di interpretare i “rapiti”, dopo “Il Signore delle Formiche”. Una sorpresa assoluta Enea Sala, 7 anni, seconda elementare, mai entrato in una chiesa, mai battezzato, che è entrato nel ruolo del piccolo Edgardo Mortara con la disinvoltura di un divo hollywoodiano. Da non perdere.

Curiosità: Gino Zagari, gestore del Cinema Caravaggio di Roma, mi ha chiesto di presentare il film, alla presenza di Marco Bellocchio, Barbara Ronchi, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi e Leonardo Maltese, per la anteprima romana, reduce dagli applausi di Cannes, in una sala stracolma, come mai vista, con gli  spettatori del primo spettacolo sovrapposti, in piedi, a quelli del secondo spettacolo, totalmente sold-out (registrazione dell’evento su questo stesso sito, al quale si rimanda per le domande agli attori, al seguente link : https://www.cinecircoloromano.it/2023/05/eventi-dibattiti/rapito-il-regista-marco-bellocchio-e-il-cast-salutano-il-pubblico-del-cinema-caravaggio-introduce-catello-masullo-sncci/) . Ho chiesto al regista: “Questo film lo doveva fare Steven Spielberg, che poi ha rinunciato, perché interesse a questa storia e quale insegnamento ci può portare oggi, forse una riflessione sulla sostanziale intolleranza delle religioni basate su dogmi di fede?”. Marco Bellocchio ha così risposto: “Certamente si.  Papa Pio IX risponde con il “non possumus”. Rifiuta ogni dialogo. È l’ultimo Papa Re, sovrano assoluto. Edgardo Mortara ne è affascinato. Si converte al cristianesimo ed intraprende la strada del sacerdozio. Anche se nel fondo dell’anima gli resta pur qualche dubbio”. (Si riferisce certamente alla scena della traslazione della salma di Pio IX dal Vaticano alla Basilica di San Paolo, quando ci furono moti di piazza di cittadini anticlericali, che volevano gettare nel Tevere la bara (fatto storicamente accertato) e che provocano un impeto al giovane Edgardo, ad associarsi alla sommossa, come se volesse vendicarsi della sua gioventù rapita da quel Papa, che pure aveva eletto a padre).

Valutazione sintetica: 8