Eagle Eye, recensione di Riccardo Rosati

Eagle Eye

Genere: azione

Nazione: USA

Anno produzione: 2008

Durata: 113′

Regia: D. J. Caruso

Cast: Shia LaBoeuf, Michelle Monaghan, Billy Bob Thornton

Sceneggiatura: Dan McDermott, da un soggetto di Steven Spielberg

Distribuzione: DreamWorks Home Entertainment

Sei stato attivato!

Jerry Shaw ha appena perso il fratello gemello. Le circostanze della morte sono poco chiare. Subito dopo il funerale, riceve una misteriosa chiamata da una voce femminile che gli dice di essere stato “attivato”. Da quel momento, gli succede di tutto: l’FBI fa irruzione in casa sua e lo arresta, il suo conto in banca, di solito in rosso, ora contiene ben settecentocinquantamila dollari e il suo appartamento è pieno di strumenti e armi per attacchi terroristici. Jerry sostiene invano di essere vittima di un complotto, ma nessuno ovviamente gli crede. Presto la stessa voce che lo aveva contattato al telefono lo aiuta a fuggire, conducendolo da Rachel. I due, loro malgrado, si ritrovano improvvisamente coinvolti in un tecnologico ordito criminale di una cellula terroristica che sta pianificando un attentato politico al cuore dell’America. Jerry e Rachel cercano di mettersi in salvo, tra inseguimenti adrenalinici e colpi di scena mozzafiato, con la polizia, l’esercito e i servizi segreti alle calcagna…

 

Eccesso di zelo

Eagle Eye è una pellicola senza un attimo di respiro e frutto della creatività, talvolta discontinua, di Steven Spielberg, che ne ha curato il soggetto. D. J. Caruso firma la regia di un film esagerato, e francamente un po’ megalomane nella visione del mondo. Questo action thriller, ambientato in una società dove tutti vengono spiati, si attesta solo in parte come una critica all’amministrazione dell’Era Bush, quando tutti temevano di essere sotto controllo, in seguito alla lotta al terrorismo islamico. In verità, la storia sfocia a tratti nel surreale, visto che mostra come il sistema centrale dei servizi USA possa essere capace di fare praticamente di tutto, ovunque e in qualsiasi istante, con il risultato di offendere un po’ l’intelligenza dello spettatore. La trama mischia in modo confuso un racconto a metà tra la sindrome da Grande Fratello di stampo orwelliano e la paura dell’avvento del regno delle macchine, proponendo un blando riferimento al maxi-computer Skynet della fortunata saga di Teriminator. Senza dubbio eccellente la fotografia e praticamente perfette le scene d’azione, tutte al “naturale”, ovvero senza l’utilizzo dei soliti trucchi informatici.

Una pellicola che, per stessa ammissione del regista, si attesta come  una citazione di uno splendido e acuto film degli anni ’80, proprio sul tema della guerra elettronica: Wargames – Giochi di guerra (“WarGames”, 1983) di John Badham. Purtroppo, sebbene dotato di un intreccio da far stare incollati alla poltrona, Eagle Eye perde qualsiasi appeal dopo la prima mezz’ora, a causa della mancanza di sobrietà nella narrazione, insieme alla presenza della solita retorica della magniloquenza di questa epoca, ben incarnata dal cinema americano contemporaneo. Vien da chiedersi, se i film d’azione sono così, beh, allora a cosa serve la Fantascienza? Sembra che ormai nella Settima Arte la parola d’ordine sia “esagerare” fino a sembrare ridicoli. Un plauso comunque a Caruso che ha almeno costruito una buona confezione, ma solo dal punto di vista formale, per l’ottimo soggetto di Spielberg.

Insomma, una occasione sprecata!

Riccardo Rosati

 

Caratteristiche tecniche

Formato Video: 2.40:1

Formato audio: Dolby 5.1

 

Sottotitoli: Italiano, inglese

Davvero buona la qualità video che rende bene le tonalità grigie della pellicola, insieme a un’eccellente resa del nero, sovente presente nella fotografia. Malgrado in CinemaScope,  questo risulta essere un prodotto godibilissimo da vedere anche sul proprio televisore.

 

Contenuti speciali

Scene inedite
In viaggio per lavoro: sul set con il cast e la troupe.