Jeunes mères,  recensione di Catello Masullo

Jeunes mères,  recensione di Catello Masullo

credits E SINOSSI: Wikipedia, Cinematografo.it

 

Jeunes mères

BELGIO 2025

Sinossi: In una casa famiglia per giovani madri, Jessica, Perla, Julie, Naïma e Ariane, tutte cresciute in circostanze difficili, lottano per ottenere una vita migliore per loro stesse e i loro figli.

SCHEDA FILM

Regia: Jean-Pierre DardenneLuc Dardenne

Attori: Babette VerbeekElsa HoubenJanaina Halloy FokanLucie LaruelleSamia Hilmi

Sceneggiatura: Jean-Pierre DardenneLuc Dardenne

Fotografia: Benoît Dervaux

Montaggio: Tristan MeunierMarie-Hélène Dozo

Durata: 105

Colore: C

Produzione: JEAN-PIERRE DARDENNE, LUC DARDENNE, DELPHINE TOMSON

NOTE

– PRESENTATO IN CONCORSO AL 78. FESTIVAL DI CANNES (2025).

 

recensione di Catello Masullo:

Dei tredici film firmati dai fratelli Dardenne, ben 10 sono stati selezionati in concorso a Cannes, dove hanno vinto la Palma d’oro con Rosetta nel 1999 e L’Enfant – Una storia d’amore nel 2005, e poi con Il ragazzo con la bicicletta, Grand Prix Speciale della Giuria del 2011 e L’età giovane, premiato per la regia nel 2019, e ancora Tori e Lokita, Premio del 75º anniversario e questo ultimo Jeunes Mères, Premio per la Sceneggiatura nel 2025. Sono sempre gli ultimi, i paria, i diseredati, i protagonisti dei film dei due registi belgi. In questo loro ultimo film lo spunto è dato dalle giovani madri di una casa famiglia, in condizioni disperanti. Un film che procede, a grandi passi, nel processo evolutivo del cinema dei Dardenne, che, con un linguaggio sempre meno cerebrale, sempre meno criptico, sempre meno autoriale e punitivo per lo spettatore, vuole raggiungere un pubblico sempre più vasto, come mi hanno confermato gli stessi registi, in occasione della presentazione del loro penultimo film, Tori e Lokita, allorquando avevo loro chiesto: “La evoluzione dello stile dei vostri ultimi film è andare verso la semplicità. È per andare sempre di più verso il pubblico affinché le vostre storie arrivino ad un pubblico sempre più vasto e indurlo a fare delle riflessioni sulle stesse?”. Questa fu la risposta di Luc Dardenne: “la nostra ossessione è dare vita a degli individui, non come rappresentanti di gruppi sociali. Cerchiamo sempre che i personaggi esistano come individui. Questo permette un dialogo tra ciascun spettatore e i personaggi. E grazie a questi che lo spettatore può interrogarsi ed avere un dialogo con sé stesso. Ecco perché cerchiamo di essere più semplici possibile. È il modo migliore per farlo”. Aggiunse Jean-Pierre Dardenne: “più semplice è, e più verità c’è”. Impossibile non entrare in contatto empatico con i protagonisti dei loro film. Un film angosciante e perfetto. Tre storie molto diverse, tutte accomunate da una sofferente, ma profonda umanità. Da sottolineare un momento di alta poesia, quello dell’insegnate che canta i versi di Apollinaire sul rametto di erica, suonando il pianoforte. Finale stupendo. Direzione degli attori magica, confezione superlativa. Un assoluto capolavoro d’arte cinematografica.

 

Valutazione sintetica: 10