ROMA XIV (2019) : Tantas Almas (recensione di Catello Masullo)

ROMA XIV (2019) : Tantas Almas (recensione di Catello Masullo)

FILM DELLA GIORNATA DI CRITICA SOCIALE ROMA 2019

COLOMBIA, BELGIO, BRASILE, FRANCIA – 2019

  • Regia:

Nicolás Rincón Gille

  • Altri titoli:

Valley of soluls

  • Durata: 137′
  • Genere: DRAMMATICO
  • Produzione: MANUEL RUIZ MONTEALEGRE, HECTOR ULLOQUE FRANCO

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NOTE

– PRESENTATO ALLA XIV EDIZIONE DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2019) | SELEZIONE UFFICIALE

Recensione di Catello Masullo : Nicolás Rincón Gille , con un passato da documentarista e’ al suo esordio nel lungometraggio di finzione. Anche se, in occasione della presentazione alla stampa alla Festa di Roma, ci ha tenuto a precisare che non fa grande distinzione tra cinema della realtà e cinema di finzione, preferendo lavorare a cavallo tra i due generi, ed anzi esprimendo sgradimento per gli autori che scrivono i loro “capolavori” a tavolino senza confrontarsi con la realtà. In effetti il film ha uno stile ed una struttura documentaristica. Osserva ed indaga la realtà delle popolazioni che vivono lungo il fiume Magdalena in Colombia. Dove lo stesso regista aveva girato un documentario nel 2010, registrando tra i pescatori e gli agricoltori del posto il racconto di terribili violenze subite 5 anni prima. Volendo restituire le emozioni di tali avvenimenti, ha pensato che lo strumento migliore fosse il film di finzione. Chiamando a recitare attori professionisti assieme agli abitanti del posto, che hanno dimostrato coraggio nel rivivere quei terribili momenti. Il film, pur mostrando un indubbio interesse sociale ed antropologico, soffre di una mancanza di ritmo che finisce per anestetizzare la pur importante drammaturgia messa in scena.

 

Curiosità, ho chiesto al regista : “il protagonista e’ irremovibile dal suo proposito ossessivo di ritrovare i corpi dei suoi figli per dare loro una degna sepoltura e così evitare che le loro anime restino a vagare per il fiume. Ma quando si rende conto che non riuscirà a ritrovare il corpo del secondo figlio, taglia le tre dite di una mano non meglio identificata. Come fa ad ingannare se stesso con un corpo che sa non essere quello di suo figlio?”. Questa la risposta di Nicolás Rincón Gille : “questa e’ una domanda la cui risposta vorrei lasciare al pubblico. Il film dura due ore e 10 e fa capire la ossessività’ della ricerca. Si pone la necessità di chiudere il suo lutto e cominciare la rielaborazione. La necessità’ di chiudere per cominciare a vivere senza i figli. Ho voluto lasciare aperto questo finale per lasciare agli spettatori la risposta”.

 

Valutazione sintetica : 6.5/7