Terminator – Destino Oscuro (Recensione di Catello Masullo )

Terminator – Destino Oscuro (Recensione di Catello Masullo )

Terminator: Dark Fate

USA, CINA – 2019

 

Sarah Connor è tornata da molto lontano e si sta preparando con un gruppo di nuovi agenti a combattere contro un complesso nemico:…

  • Regia: 

Tim Miller

  • Attori: 

Mackenzie Davis

– Grace,

Arnold Schwarzenegger

– T-800,

Tom Hopper

– Hadrell,

Linda Hamilton

– Sarah Connor,

Brett Azar

,

Natalia Reyes

– Dani Ramos,

Gabriel Luna

– Rev 9

 

NOTE

– TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI: JULIE LYNN.

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO  : Quando nel 1984 uscì il film capostipite della saga, “Terminator”, ebbe subito grande successo. Una idea base semplice e geniale. In un futuro distopico e post apocalittico, le macchine e le loro intelligenze artificiali hanno preso il sopravvento e cercano di sterminare la razza umana, che resiste loro. Le macchine trovavano nell’intrepido capo della resistenza umana, John Connor, un ostacolo molto ostico. Non riuscendo ad eliminarlo in quel futuro, decidono di mandare indietro nel tempo un sofisticato organismo cibernetico, un robot rivestito di carne umana, addestrato per terminare gli esseri umani, e, quindi, chiamato terminator, con la missione di eliminare Sarah Connor che avrebbe messo al mondo di lì a poco John Connor. Il genio di James Cameron era già evidente. Inevitabile un sequel, “Terminator 2”, sempre con la regia di Cameron, stessi attori. Ma con un balzo in avanti degli effetti digitali che segnò una sorta di colonne d’Ercole del settore. Allo Stan Winston Studio che aveva curato gli effetti del primo film (straordinari quelli della testa del terminator che si scarnifica progressivamente sotto i colpi d’arma da fuoco) si affianca la lanciatissima ILM (Industrial Light & Magic) di George Lucas , al vertice mondiale all’epoca (memorabili i passaggi del nuovo terminator T1000 attraverso le sbarre di una prigione, oppure il ricomporsi mediante la tecnica del metallo liquido, dopo essere andato in mille pezzi). Come tutte le galline dalle uova d’oro la saga e’ stata rimpolpata da numerosi episodi successivi. Con impatto e successo calanti. Dovuti alla mancanza di sorpresa, ingrediente indispensabile al successo, ed anche alla mancanza del genio di Cameron che, nel frattempo, si era dedicato a nuove e più stimolanti imprese. Per un (difficile) rilancio, ci voleva ancora un colpo d’ala del creatore, di Cameron. Non potendone assumerne la regia, troppo impegnato con la colossale trilogia di Avatar, ha però prodotto e messo uno zampino essenziale nella storia. Prima di tutto recuperare i protagonisti del primo film, il mitico Arnold Schwarzenegger e la sempre tostissima Linda Hamilton (che all’epoca del primo film era la moglie di Cameron, ndr). E poi sparigliare tutto. Un Terminator prima serie, T 800, sempre sulle fattezze di Schwarzenegger, era infine riuscito ad eliminare un adolescente John Connor, cambiando il futuro. La coalizione delle macchine assassine non si e’ più chiamata Skynet, ma Legion. E stavolta un super moderno terminator arriva sulla terra per eliminare un diverso obiettivo. Ma trova sulla sua strada ad impedirglielo un trio di amazzoni moderne, composte dalla madre di John Connor, che si e’ data la missione di eliminare ogni nuovo terminator in arrivo sulla terra, una guerriera umana, ma “aumetata” con diavolerie cibernetiche, proveniente dal futuro, una tostissima Mackenzie Davis di cui sentiremo ancora palare, e la nuova giovane donna obiettivo, Natalia Reyes (non a caso messicana, attento ai messaggi, Trump, a salvare il mondo non c’e’ un biondo sovrappeso con il riporto…). Cameron conosce bene l’epica. Ha studiato i classici greci. E sa cosa può trascinare l’interesse e l’animo umano. Ne fa tesoro e con questo ultimo film ci stupisce ancora. Gli effetti speciali sono ancora poderosissimi, ancora una volta affidati in gran parte alla ILM (che ha dovuto consorziare per la specie le sue filiali di Vancouver, San Francisco, Singapore e Londra), ma con apporti di tante altre case specializzate, come e’ oramai d’obbligo per produzioni di questa dimensione (non a caso si sono dovuti mobilitare anche capitali cinesi per fare questo film), tra le quali la rivale neozelandese Weta di Peter Jackson, che gli aveva sottratto lo scettro mondiale per qualche anno. Ma gli effetti digitali, che erano stati i quasi esclusivi protagonisti degli ultimi 3 film della saga, con questo film tornano ad essere a servizio della storia e degli attori in carne ed ossa. Che si prendono un bella rivincita. Da non perdere, per gli amanti della serie che sanno tutto, e per i giovani e meno giovani che non ne sanno nulla e faranno una piacevole scoperta.

Valutazione sintetica : 7.5