Camera con vista: i migliori film del 2019 secondo Paola Dei – prima parte

Locandine dei migliori film del 2019, selezionati da Paola Dei.

Il 2019 è stato un anno fecondo per la cinematografia internazionale, con film di grande fascinazione che catturano l’occhio e permettono la rielaborazione con la mente. Meravigliosi viaggi nel tempo e nello spazio. È davvero difficile elencarne soltanto una parte e scartarne altri che hanno indubbie qualità artistiche e recitative, ma il nostro elenco ha un limite, e quindi si impone una scelta. Ecco i film che hanno fatto discutere di più, spaccando in due il pubblico e non solo.

 

 

Joker, di Todd Philips. Con un meraviglioso Joaquin Phoenix, calato perfettamente nei panni del personaggio e candidato all’Oscar 2020. Una risata grottesca caratterizza il personaggio, che perde molte delle connotazioni che lo rendevano fumetto per acquistare invece un aspetto di sconvolgente realismo. È la rivolta dei perdenti, degli emarginati, di coloro che riescono a malapena a contenere le loro pulsioni peggiori fin quando la società non ci mette un carico da quaranta, contribuendo a costruire i nuovi mostri. Interessantissimo più da un punto di vista sociologico che non da quello psicologico, il film è dirompente, trascinante e ricco di citazioni di opere indimenticabili, a partire da Taxi Driver di Martin Scorzese fino a Re per una notte della Trilogia del Cavaliere Oscuro di Nolan.

L’ufficiale e la spia – J’accuse, di Roman Polanski. Un meraviglioso film storico dove le encomiabili recitazioni degli interpreti arricchiscono la sceneggiatura di Robert Harris in maniera avvincente. Autorevole, ieratico, con meravigliose riprese che incarnano i vissuti e i sentimenti attraversati durante la proiezione, e con un montaggio pressoché perfetto nella sua classicità, il film non fa avvertire mai cali di attenzione. Il regista polacco riesce a tenere la tensione dello spettatore sempre a un altissimo livello.

Parasite, di Bong Joon-ho. Una guerra fra ricchi e poveri che non fa sconti a nessuno e che sfata la credenza popolare in base alla quale i poveri sono sempre più buoni dei ricchi e con altissimi ideali uniti a nobiltà d’animo. Il regista smonta tutti i possibili stereotipi attraverso un’opera che dai toni della commedia si trasforma in un thriller psicologico. Il cinismo di alcune scene ricorda L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel, ma anche Brutti, sporchi e cattivi di Ettore Scola. Un film che non è mai prevedibile e che, attraverso uno stile di apparente commedia, riesce ad addentrarsi in tematiche estremamente attuali.

C’era una volta a… Hollywood, di Quentin Tarantino. Una regia impeccabile con la quale viene modificata la storia attraverso sconvolgenti e piacevolissimi salti di libertà espressiva. Le meravigliose musiche fanno da sfondo alle vicende grazie anche ad attori come Brad Pitt, Leonardo DiCaprio, Margot Robbie, Al Pacino, Emile Hirsch. Un’opera geniale ambientata a Hollywood negli anni Settanta che rivisita la storia di Charles Manson e Sharon Tate attraverso una ricostruzione degli ambienti fedele, che, come ha affermato lo stesso regista, presenta un’atmosfera retrò, ma è anche estremamente contemporanea.

Dolor y Gloria, di Pedro Almodovar. Un’opera matura del regista spagnolo, il quale abbandona gli aspetti più trasgressivi per raccontare fatti ed emozioni legati alla propria vita, che ci permette di rivivere con atmosfere suggestive attraverso la sua controfigura interpretata da Antonio Banderas. La meravigliosa fotografia accompagna momenti solo apparentemente poco importanti per raccontarci il suo illimitato amore per la settima arte. Un mix di sapori, odori, sensazioni, ricordi, che vengono evocati fra i problemi di salute e la conseguente depressione. L’indicibile raccontato con la maestria che caratterizza il cinema di Almodovar.

Storia di un matrimonio, di Noah Baumbach. Interpretato magistralmente da Adam Driver e Scarlett Johansson, il film analizza la storia di una separazione, utilizzando registri diversi con i quali attraversa la profondità di un amore. Un rapporto arrivato a un punto di rottura, nonostante l’affetto che lega i due protagonisti, che non riescono a trovare una spiegazione seria alla fine della loro relazione. Ottima anche Laura Dern, che spietatamente costruisce un divorzio a uso e consumo degli avvocati, mentre marito e moglie non fanno che parlare di una separazione senza traumi. Un amore sfiorito descritto con una sceneggiatura impeccabile.

The Irishman, di Martin Scorsese. Epopea di una storia intima e gangster che pochi conoscono, e che riunisce un cast di attori da Oscar ai quali si aggiunge anche il regista premio Oscar. Un grande film con oltre duecento attori e seimila comparse. La storia è quella del sindacalista Jimmy Hoffa, interpretato da Al Pacino, che si dibatte fra due polarità opposte: quella dell’aiuto al sindacato camionisti e quella della criminalità organizzata. Riprese fantastiche attraverso le quali Scorsese ci regala una lezione di grande cinema.

 

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