EL PARAÍSO, recensione di Catello Masullo

EL PARAÍSO, recensione di Catello Masullo

(credits e sinossi da https://www.labiennale.org/it/cinema/2023/orizzonti/el-para%C3%ADso)

EL PARAÍSO

Orizzonti

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Regia: Enrico Maria Artale
Produzione: Ascent Film (Matteo Rovere, Andrea Paris), Young Films (Carla Altieri, Roberto De Paolis), Rai Cinema
Durata: 106’
Lingua: Italiano
Paesi: Italia
Interpreti: Edoardo Pesce, Margarita Rosa De Francisco, Maria Del Rosario, Gabriel Montesi
Sceneggiatura: Enrico Maria Artale
Fotografia: Francesco Di Giacomo
Montaggio: Valeria Sapienza
Scenografia: Laura Boni
Costumi: Cristina La Parola
Suono: Gianluca Scarlata, Mirko Perri, Michele Mazzucco, Mauro Eusepi
Effetti visivi: Paolo Galiano

 

SINOSSI

Julio Cesar ha quasi quarant’anni e vive ancora con sua madre, una donna colombiana dalla personalità trascinante. I due condividono praticamente tutto: una casetta sul fiume piena di ricordi, i pochi soldi guadagnati lavorando per uno spacciatore della zona, la passione per le serate di salsa e merengue. Un’esistenza ai margini vissuta con amore, al tempo stesso simbiotica e opprimente, il cui equilibro precario rischia di andare in crisi con l’arrivo di Ines, giovane colombiana reduce dal suo primo viaggio come “mula” della cocaina. Tra desiderio e gelosia la situazione precipita rapidamente, al punto che Julio si troverà a compiere un gesto estremo, in un viaggio doloroso che lo porterà per la prima volta nella sua terra di origine.

COMMENTO DEL REGISTA

Questo film è una storia d’amore tra una madre e un figlio, una tragedia colorata che affonda i propri eroi nelle sfumature cangianti dei loro umori più intimi, nella delicatezza e nella violenza. È il racconto quasi mitologico di un legame basato sul sangue che ho tentato di sottrarre al giudizio, senza voler stabilire se ciò che unisce profondamente i due protagonisti sia un atto di amore, più forte delle convenzioni sociali, o un atto psichico disfunzionale che dimostra l’impossibilità di accettare una naturale separazione. Possiamo davvero tracciare una linea che distingua amore e follia, la forza irriducibile del sentimento dalla paura profonda di restare soli per sempre?

PRODUZIONE/DISTRIBUZIONE

PRODUZIONE 1: Matteo Rovere, Andrea Paris – Ascent Film
Via Giovanni Battista Piatti, 23
00185 – Roma, Italia
Tel. +39 0670490005
Mob. +39 3393689010
romina@groenlandiafilm.com

PRODUZIONE 2: Carla Altieri, Roberto De Paolis – Young Films
Viale Giustiniano Imperatore, 159
00145 – Roma, Italia
Mob. +39 3201989834
carla.altieri@gmail.com

PRODUZIONE 3: Paolo Del Brocco – Rai Cinema
Piazza Adriana, 12
00193 – Roma, Italia
Tel. +39 0633179601
anna.pomara@raicinema.it

DISTRIBUZIONE ITALIANA: Andrea Romeo – I Wonder
Via della Zecca, 2 40121 – Bologna, Italia
romeo@iwonderpictures.it

UFFICIO STAMPA: Romina Such – Ascent Film
Via Giovanni Battista Piatti, 23
00185 – Roma, Italia
Tel. +39 0670490005
Mob. +39 3393689010
romina@groenlandiafilm.com

UFFICIO STAMPA ITALIANA: Gabriele Barcaro
Tel. +39 3405538425
gabriele.barcaro@gmail.com

 

Recensione di Catello Masullo: Enrico Maria Artale aveva esordito nella stessa sezione Orizzonti della Mostra, 10 anni fa, con il notevole “Il Terzo Tempo”. Ci ha messo anni per arrivare a questa opera seconda. Più complessa, più impegnativa, ed anche più ambiziosa. Edoardo Pesce, che era anche nel primo film, ha dato l’idea base, molto originale e densa di significati. Come attore è maturato molto da allora e fornisce qui un’interpretazione di grande livello. Ben circondato da attori di vaglia, le due colombiane Margarita Rosa De Francisco, conosciutissima nel suo paese, e Maria Del Rosario. Completano il cast un sempre più convincente Gabriel Montesi ed altri splendidi caratteristi italiani.

Curiosità, ho chiesto: “domanda sia ad Enrico che a Edoardo. L’idea di base è di Edoardo, anche se non ne ho trovato traccia nei credits, poi sviluppata da Enrico. Mangiare la madre, avere la madre dentro sé stesso, come si è stato, al contrario, dentro la madre in gestazione, essere incinti della madre, sono tutte suggestioni che possono dar luogo a molteplici letture e significati. Ci dite come ci avete lavorato?”. Ha risposto per primo Edoardo Pesce: “mi era venuta in mente una sera 7 o 8 anni fa. Forse avevo visto un film, di essere incinta della propria madre. E l’ho detta ad Enrico. A lui nun je piace gnente. Invece l’ha sposata. La madre diceva che era figlia di Elvis e faceva il mulo che doveva portare la droga a Graceland. E io so’ diventato il figlio di Johnny cash…”. E’ stata poi la volta del regista, Enrico Maria Artale: “c’era di mezzo gli USA, è diventato rocambolesco. Edoardo viene da quelle parti del sud degli USA. A me sono sempre piaciute le ibridazioni. La lingua che si parla nel film è ibrida. Una sfida complessa per Margarita, per Edoardo, Gabriel. Nessuno parlava la lingua prima.”

 

Valutazione sintetica: 7/7.5