DIABOLIK CHI SEI?   recensione di Catello Masullo

 

DIABOLIK CHI SEI?   recensione di Catello Masullo

(credits e sinossi da cinematografo.it )

 

DIABOLIK CHI SEI?

ITALIA 2023

Sinossi: Diabolik e l’ispettore Ginko si trovano rinchiusi in una cella senza via d’uscita, certi di andare incontro alla morte, decidono di confrontarsi sul loro passato. Intanto le rivali Eva Kant e Altea sono alla disperata ricerca dei loro uomini… Attraverso una lunga danza composta di flashback e dall’azione serrata, il film rivela un lavoro di scrittura, regia e montaggio oleato alla perfezione.

Regia: Marco ManettiAntonio Manetti

Attori: Giacomo Gianniotti – Diabolik, Miriam Leone – Eva Kant, Valerio Mastandrea – Ginko, Monica Bellucci – Altea, Pier Giorgio Bellocchio – Sergente Palmer, Chiara MartegianiMassimiliano RossiCarolina CrescentiniMario SguegliaFrancesco TurbantiEmanuele LinfattiMichele RagnoAmanda CampanaAndrea ArruMax GazzèPaolo CalabresiLorenzo ZurzoloBarbara Bouchet

Soggetto: Angela Giussani – fumetti, Luciana Giussani – fumetti

Sceneggiatura: Marco ManettiAntonio Manetti

Durata: 124

Colore: C

Genere: POLIZIESCO

Tratto da: personaggio dei fumetti creato da Angela e Luciana Giussani

Produzione: MOMPRACEM CON RAI CINEMA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2023-11-30

NOTE

– PRESENTATO NELLA SEZIONE ‘GRAND PUBLIC’ ALLA XVIII FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2023).

 

Recensione di Catello Masullo: Terzo ed ultimo film della trilogia dei Manetti Bros sul mitico Diabolik. Ancora diverso dai primi due. Ogni film ha avuto la sua cifra stilistica. Il primo è stato un esercizio di Stile da cinema classico, vintage come la precisa ricostruzione storica, con interpretazioni di gran livello. Un impagabile Mastandrea/Ginko, una “femme fatale” di classe di Miriam Leone/Eva Kant, forse alla sua migliore interpretazione di sempre. Il protagonista assoluto, Diabolik, affidato al grande Luca Marinelli. Il secondo film in cui il protagonista è l’ispettore Ginko, un Valerio Mastandrea sempre più a suo agio nel ruolo. Affiancato dalla new entry Monica Bellucci, fascinosa e misteriosa quanto basta. In un film  sontuoso nella messa in scena e nella ricostruzione storica (mai viste tante auto d’epoca tutte assieme in un film italiano). Divertente ed avvincente. Ricco di riferimenti cinefili, come spesso avviene nei film dei Manetti, dalla saga degli 007 a “La Grande Offerta” di Giuseppe Tornatore, dalla “hard boiled novel” alla Dashiell Hammet o Raymond Chandler, alla sophisticated comedy alla Lubitch, alla eleganza suprema di Wong Kar-Wai. Il terzo film è dedicato allo svelamento della storia di Diabolik, alle sue origini ed alla sua formazione. Ed è dedicato soprattutto al ruolo delle due donne della saga, Eva Kant e la nobile dell’Est europeo, Altea. Un omaggio al genio delle creatrici del fumetto, le mitiche sorelle Giussani, che tra gli anni ’60 e ’70, si erano permesse il lusso di raccontare due donne libere ed intraprendenti che “osavano” amare da donne non sposate, da vere rivoluzionarie. Anche il terzo film è sostanzialmente riuscito. Spettacolare,  avvincente, fascinoso. Con grande impiego di mezzi. Una sorta di rarità nel panorama del nostro cinema. Ben venga il ritorno al film di genere, che ha fatto grande il nostro cinema nei decenni passati.

Curiosità, ho chiesto ai registi: “Cari Bros, qualche curiosità. Per il rosso del sangue che irrompe nel bianco e nero del flash  back vi è stato di ispirazione “Sin City”  del 2005 scritto e diretto da Robert Rodriguez, Frank Miller e Quentin Tarantino? Oppure lo è stato ancora il maestro dei maestri che avevate già omaggiato nel primo episodio con la ripresa attraverso il  bicchiere, da “Champagne”, del 1928 il periodo del muto di Alfred Hitchcock, e mi riferisco al 1945, quando usò una forma di colorazione a mano per la raffica di mitra rosso-arancio diretta contro il pubblico in “Io ti salverò”? E inoltre, alcuni passaggi che sembrano rasentare il didascalismo e la prevedibilità, lo sono in ossequio e aderenza al fumetto originario, e quale?”. Questa la risposta dei registi: Marco Manetti: “no, il riferimento al maestro è continuo, anche quando vado al bagno…, ma non è diretto, più banalmente il colore rosso del sangue doveva rimanere rosso anche nel bianco e nero. Didascalismo, non lo so. Provo a essere breve: siamo stati fedeli al fumetto, quanto a Diabolik, fedeltà allo spirito. Albo 107 riprodotto con una certa fedeltà. Ma con Altea che non c’era in quel fumetto. Altea è la forza femminile. Abbiamo cercato di essere fedeli allo spirito di Diabolik, tutto. Nello scrivere, le sorelle Giussani, le abbiamo analizzate. I personaggi di Eva e Altea hanno in comune che ci troviamo di fronte a 4 personaggi super intelligenti, con Diabolik e Ginko. Ma con una unica distinzione, Eva ed Altea pongono l’intelligenza a servizio del sentimento. Cosa che Diabolik non fa. Diabolik non riesce mai ad essere compassionevole e Ginko non riesce mai ad essere innamorato come Altea”.  Antonio Manetti: “non voglio esagerare. Il mondo è dominato dai maschi. E vedete dove sta andando il mondo. Sarebbe bello che le Eva e le Altea venissero fuori di più”.

 

Valutazione Sintetica: 7/7.5