Foto di Catello Masullo (18 ottobre), da sx: la moderatrice Alessandra De Luca, Massimo Proietti, Marta Donzelli, Jasmine Trinca, Andrea De Sica, Filippo Timi, Gianni Romoli, Silvana Tamma, Sonia Rovai
GLI OCCHI DEGLI ALTRI, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO
VISION DISTRIBUTION, VIVO FILM e WILDSIDE presentano un film di Andrea De Sica con Jasmine Trinca e Filippo Timi una produzione Vivo film, Wildside, società del gruppo Fremantle e Vision Distribution in collaborazione con Sky Italia, 2025 col., DCP, 90’ distribuzione italiana Ufficio stampa Vision Distribution Marinella Di Rosa Ufficio stampa STUDIO LUCHERINI PIGNATELLI Gianluca Pignatelli / Benedetta Lucherini / Daniele Massironi .
SINOSSI Nella bellezza selvaggia di un’isola posseduta da un ricchissimo marchese, l’arrivo di Elena segna l’inizio di una appassionata storia d’amore. Complicità e trasgressione, sesso e potere, in un film liberamente ispirato alla cronaca dell’Italia degli anni ‘60, in cui il gioco erotico scivola nell’ossessione.
CREDITI
(in alphabetical order)
produttore
produttore
produttore
capo parruchiere
additional makeup artist
direttore di divisione
production secretary
supervisore post produzione
Regista della seconda unità o assistenti alla regia
primo assistente alla regia
intimacy coordinator
assistant art director
foley artist
sound designer
registrazione rimasterrizata
re-recording mixer assistant
foley artist
coordinatore di effetti speciali
digital compositor
fx artist
digital compositor
video asisstant
camera / steadicam operator
first assistant camera
key grip
second assistant camera: additional
- I. T
Best boy electrician
second assistant camera
elettricista
assistente al casting
key costumer
assistente costumista
finishing
colorista
musician: violin
musician: viola
scoring engineer
Music Arranger / Orchestrator
supervisore di sceneggiatura
coordinatore di produzione
RECENSIONE DI CATELLO MASULLO:
Il sangue del grande cinema scorre copioso nelle vene dei De Sica di tre generazioni. Andrea, figlio di Manuel e nipote del monumentale Vittorio, alza l’asticella di un paio di tacche ad ogni film. Al suo terzo lungometraggio di finzione ci regala un film ambizioso, alto, colto, molto originale e socialmente impegnato e rilevante. Prende lo spunto da una vicenda reale, il delitto Casati Stampa, quando, il 30 agosto 1970, il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino uccise la moglie Anna Fallarino e il suo giovane amante, per poi suicidarsi. Ma lo spunto si limita alla vicenda consumata nella sontuosa villa sull’isola di Zannone, per dare il destro a De Sica di porre riflessioni, con la sua idea di cinema, sull’essere umano, che parlano ad ieri (ed anche all’altro ieri) come all’oggi. Il tema dei femminicidi, allora come oggi, è legato agli archetipi, ed in particolare all’archetipo del potere. Negli Usa si usa dire che tutto riguarda il sesso, tranne il sesso, che è una questione di potere. L’archetipo del potere maschile patriarcale, che ritiene di potere tutto comprare e tutto possedere, resta immutato nel tempo. E non riesce a sopportare che il partner femminile voglia ad un certo punto cambiare le regole del patto (“perché le cose cambiano, e, a volte, finiscono” dice Jasmine Trinca a Filippo Timi). I temi sono attualissimi, quelli del consenso, del rispetto, dell’umiliazione (formidabile la scena del proiettore 8 mm durante la festa, un caso di “revenge porn” ante-litteram). E questi temi sono trasversali a tutte le classi sociali ed a tutte le epoche. Vengono da millenni di tradizioni culturali patriarcali che si tramandano e non si cancellano in pochi decenni e con articoli di codici legislativi. Occorre cambiare la testa degli uomini. Con la cultura e l’educazione. Il cinema è l’arma più potente (disse lui…), capace di accendere potenti riflettori, affinché le tragedie greche di ieri e di oggi possano trovare, finalmente, fine. De Sica, con i suoi magnifici interpreti (Trinca e Timi su tutti, magistrali, sempre più bravi) e la sua squadra di campioni del cinema, ci fa fare un altro passetto avanti in questo processo. Grazie Andrea.
Curiosità, ho chiesto al regista: “Andrea la storia è decadente, dannunziana, amorale, ma lo stile cinematografico di riferimento è altro? Forse i classici americani anteguerra? Cosa hai chiesto alla tua magnifica squadra composta da campioni come Gogò Bianchi, Alessandro Vannucci, Massimo Cantini Parrini, Dalia Colli, Maria Sansone e per le musiche Andrea Farri?”. La risposta di Andrea De Sica: “gli occhi degli altri, i primi occhi sono i miei e la mia visione di cinema. Non cercando il melodramma ho cercato di mantenere lucidità e distacco che lasciasse accadere la tragedia. La musica non enfatizza, ma si limita a raccontare. I costumi, abbiamo pensieri per gli anni ’60 di costumi floreali, invece sono cupi, la dimensione astratta. Passato contemporaneo e coerenti tecniche del film sono di un incubo sotto la luce del sole, sugli scogli. Insieme a questo bellissimo gruppo creativo. L’umanità è sconfitta, ma ha cercato una forma di ribellione. Il mio riferimento è alla tragedia greca”.
”.
VALUTAZIONE SINTETICA: 7.5
